LETTERA ALLO STUDENTE - Settembre 2023

Lettera n° 41

      

Lettera n° 41

Aprile 1914

COME DISTINGUERE IL VERO DAL FALSO

Nella lettera di febbraio (lettera n° 39) abbiamo trattato il seguente soggetto: “Dove trovare la verità e come riconoscerla?” Ma è inutile cercare la verità e riconoscerla se, dopo averla trovata  non la utilizziamo nella vita pratica. In particolare se non crediamo che l’una sia collegata all’altra: un numero relativamente grande di collezionisti gira il mondo alla ricerca di tesori artistici e archeologici, come ad esempio quadri di grandi maestri, mobili antichi, monete, ecc., siccome esistono molti falsi, i collezionisti rischiano di essere ingannati se non sanno ben distinguere il vero dal falso.

Il ricercatore della verità corre lo stesso pericolo, in quanto esistono scuole pseudo-occulte e “invenzioni” varie, create per indurre in errore. Alcuni amanti di pezzi rari nascondono i loro tesori in luoghi segreti per sottrarli agli sguardi altrui. Non è raro che dopo anni e talvolta dopo il loro decesso, si scopra che i pezzi gelosamente conservati e “adorati” erano dei falsi e delle imitazioni prive di valore. Nello stesso modo colui che trova ciò che crede essere la verità “può sotterrare il suo tesoro” in sé stesso o “mettere la fiaccola sotto il moggio” per scoprire, dopo molti anni, di essere stato indotto in errore da un’imitazione. È perciò necessario disporre di un mezzo infallibile di verifica, capace di eliminare ogni possibilità di frode. Come possiamo trovare ed utilizzare questo mezzo?

La risposta è semplice quanto efficace è il sistema. Quando si chiede a un collezionista come ha scoperto che quel pezzo che gli stava tanto a cuore era un’imitazione, egli risponde che lo ha mostrato a qualcuno che aveva visto l’originale. Si  possono ingannare alcune persone o anche il mondo intero per un certo tempo, ma non per sempre. Se il collezionista avesse mostrato il suo pezzo in pubblico invece di nasconderlo, avrebbe saputo presto se la sua scoperta era autentica oppure no, grazie alla conoscenza collettiva.

Vi prego di notare un particolare importante: come il mistero del quale si circondano i collezionisti favorisca la frode presso gli antiquari. Anche il desiderio di conoscere e conservare per sé segreti sconosciuti dal volgo, favorisce il commercio dei venditori di “iniziazioni occulte” con il loro cerimoniale destinato ad illudere la vittima e a convincerla di separarsi dal suo denaro.

Come possiamo provare il valore di una scure per sapere se conserverà la sua affilatura dopo aver eseguito duri lavori? L’acquisteremmo se il venditore ci chiedesse di conservarla in un angolo dove nessuno la possa vedere e se ci proibisse di utilizzarla? Certamente no: vorremmo servircene per i nostri lavori e per renderci conto se l’acciaio con il quale è forgiata è di buona lega. Se e così l’apprezziamo, in caso contrario diciamo al mercante di riprendersi la mercanzia.

Secondo il medesimo principio, perché “acquistare” quello che ci offrono i mercanti di segreti? Se la loro merce fosse di buona lega, non vi sarebbe bisogno di tenerla segreta e se non possiamo utilizzarla nella vita quotidiana è priva di valore; è come un’ascia che si arrugginisce in un angolo e perde il suo potere di tagliare senza servire a nulla. Chiunque trova la verità, deve utilizzarla per il suo lavoro nel mondo, tanto come salvaguardia per se stesso - per vedere se essa subirà la grande prova - quanto per offrire agli altri la possibilità di partecipare al tesoro che apprezza.

È dunque importante conformarsi al comandamento di Cristo: “Lasciate splendere la vostra luce”.

                                  

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